Lo scopo dei mercati finanziari è quello di agevolare l’economia reale.
Nell’economia reale, le imprese hanno obiettivi di crescita. Per raggiungerli ricercano capitali da investire.
Nei mercati finanziari, gli investitori ricercano opportunità per far rendere i propri capitali. Le imprese offrono loro queste opportunità.

Così, attraverso gli investimenti in attività produttive, il denaro entra nei flussi dell’economia reale. I guadagni ottenuti con il finanziamento di attività di impresa riconfluiscono al sistema finanziario sotto forma di rendimento e il ciclo virtuoso di crescita può ricominciare.

Questo almeno, lo scopo in origine, perchè da anni il sistema finanziario sta allontanandosi sempre più dall’economia reale. Ma perché questo avviene?

Lo spiegava benissimo nel suo libro Finanzcapitalismo (Einaudi), il prof. Luciano Gallino: i mercati finanziari hanno “tradito” l’economia reale, abbandonando la modalità Denaro>Merce>Denaro (D1-M-D2) per abbracciare quella Denaro>Denaro (D1-D2).

Gli investitori finanziari non sono più disposti ad attendere la fase produttiva di impresa per generare rendimenti, ma preferiscono investire nel sistema finanziario per generare ritorni nel breve o nel brevissimo periodo. Gallino afferma nel libro che si è passati dalla “creazione di valore” all’ “estrazione di valore”.

Questo fenomeno alimenta la speculazione ed il conseguente rischio di bolle finanziarie che si scaricano in ultimo sull’economia reale.

Il punto di non ritorno potrebbe essere già stato oltrepassato, ma la pandemia ha generato uno shock che ci consentirebbe di resettare il sistema.

Ecco perchè i fondi stanziati dalle banche centrali è necessario che vengano dirottati in una nuova modalità D1-FS-D2 – dove “FS” significa Futuro Sostenibile – cioè, verso quelle attività di impresa che direttamente o indirettamente svilupperanno il proprio business a servizio della creazione di un futuro sostenibile per tutti.