Finanza comportamentale

L’uso che la mente umana fa delle variabili di base indispensabili in finanza (guadagno, perdita, rischio, tempo, valore e prezzo), non è né logica, né razionale.
Nell’opinione comune, una buona gestione finanziaria è associata ad aspetti legati alla razionalità. Si suppone che le scelte di investimento dipendano esclusivamente da analisi e considerazioni sui mercati e sugli strumenti finanziari.
Ma qualsiasi indice, tendenza o informazione viene sempre interpretata; e quell’interpretazione ha parametri di valutazione tutt’altro che oggettivi.
Dalla crisi Lehman Brothers del 2008 ad oggi, i costrutti della finanza comportamentale (che ha già oltre 40 anni), iniziano ad essere presi seriamente in considerazione ed inseriti nei modelli di analisi. Gli aspetti psicologici diventano fondamentali.
Ciò che ancora manca però nel settore è una matura consapevolezza di questi aspetti sia negli addetti ai lavori, sia – e soprattutto – negli investitori.
Provate a ragionare sull’esercizio proposto nell’immagine.
Le successive considerazioni da trarre le trovate nel libro “Finanza Comportamentale” di Barbara Alemanni, da cui l’esercizio è tratto.

Giovanni Cuniberti
Consulente finanziario fee only, Esperto di mercati e Docente a contratto dell'Università di Torino
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