Il lavoro del consulente finanziario

In questi anni ho potuto comprendere come spesso il lavoro del consulente finanziario venga interpretato in maniera distonica da una parte di clienti sul mercato.
Da una parte c’è chi crede che questo lavoro sia solo quello di far guadagnare il più possibile i clienti con capitali da investire. Effetto atteso o spesso preteso, in maniera direttamente proporzionale alla scaltrezza tecnica e alla furba competenza che si ritenga il consulente debba avere. Il fine è quindi la ricerca spasmodica dell’arricchimento.
Dall’altra c’è chi ritiene che il consulente debba essere solo un rude guardiano dei propri capitali, a cui nulla può e deve accadere, indipendentemente dalle proprie scelte e dalle turbolenze dei mercati. Il consulente diventa il surrogato di un ansiolitico, un prode e solitario cavaliere a cui si demanda la difesa di un isolato castello.
Queste due modalità polarizzanti, però non parlano in verità del consulente finanziario, ma di modalità psicologiche del cliente.
Se nel primo caso scavando, si rileva una mancanza, un’insoddisfazione di fondo nella propria vita che spinge alla ricchezza come ricerca di equilibrio, nel secondo è l’ansia generata dalla paura della perdita a sovralimentare cautela ed immobilismo.
E il consulente capace diventa così ascoltatore e interprete dei sentimenti del cliente.
Un mediatore consapevole che accompagna il cliente verso “una terra di mezzo” percorribile ad entrambi, con l’obiettivo finale… “di riveder le stelle”.

Giovanni Cuniberti
Consulente finanziario fee only, Esperto di mercati e Docente a contratto dell'Università di Torino
Mi impegno per la diffusione di una cultura finanziaria utile alla serenità delle famiglie e affianco i miei clienti nelle decisioni di investimento a protezione e difesa dei loro patrimoni.
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