Il rischio di dire la verità

Con il lavoro che faccio, non sono certo contrario al concetto di ricchezza, ma denoto una distorsione di messaggio da una parte “rumorosa” del settore a cui appartengo.
Alcuni, tra i colleghi che comunicano, ricercano clienti e fama personale promuovendo temi di educazione finanziaria come strumenti per perseguire la mera ricchezza.
Ecco su questo punto non sono affatto d’accordo: sarebbe come se a scuola si insegnasse a scrivere solo per diventare ricchi scrivendo libri come Stephen King.
L’educazione finanziaria è una materia utile a tutti nel quotidiano perché consente di perseguire maggiore serenità in molti aspetti pratici della vita: progettualità personale, assistenza sanitaria, studi universitari, sicurezza assicurativa, pensione integrativa e così via.
La ricchezza (finanziaria) invece è un effetto: la giusta conseguenza nella creazione di valore per altri, generato anche con asset finanziari e strumenti di investimento.
Non credo che possa essere quindi “venduta” come obiettivo: non solo è poco etico, ma innesca illusioni, che come un boomerang, fanno perdere fiducia in chi questo lavoro prova a farlo onestamente giorno per giorno.

Giovanni Cuniberti
Consulente finanziario fee only, Esperto di mercati e Docente a contratto dell'Università di Torino
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