Il silenzioso rombo del tempo che fu

Nel 2019, la ricchezza patrimoniale delle famiglie italiane è quasi 6 volte il PIL. Questo rapporto è cresciuto negli ultimi 20 anni, sia per un calo nella crescita del paese, sia per un incremento medio del valore dei patrimoni posseduti. Secondo una ricerca di Credit Suisse siamo i primi al mondo (vedi Corriere Economia di lunedì 4 novembre)
C’è però una considerazione da fare: questa ricchezza non genera valore diretto nell’economia del paese. Sembra rappresentare – consentitemi la metafora – un atteggiamento: guardare al passato e non al futuro.
Ci crogioliamo in ciò che siamo stati, nella storia di fasti ormai trascorsi, senza voler più rischiare di provarci e di buttarci nella mischia.
Questo è vero sia per lo Stato che dovrebbe stimolare l’impresa, sia per chi detiene i capitali, che facendo impresa, potrebbero crescere muovendo l’economia reale.
L’Italia è al momento l’ottava economia al mondo, eppure il valore della borsa, il luogo dove le imprese si quotano, a fatica rientra nei primi venti.
Fermi come quelle auto italiane d’epoca che crescono di valore con il passare del tempo, ma che non fanno più strada, lucidate e parcheggiate nei rigogliosi giardini di imprenditori all’estero.

Giovanni Cuniberti
Consulente finanziario fee only, Esperto di mercati e Docente a contratto dell'Università di Torino
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