Italiani: che peccato non investire i risparmi

Gli Italiani “si sentono risparmiatori, ma non investitori”, infatti solo il 47% investe i propri risparmi. E tra coloro che non investe, solo il 33% dichiara di farlo per mancanza di cultura finanziaria.
Queste ed altre informazioni sono frutto di una ricerca che il fondo Blackrock esegue ogni anno in tutta Europa.
Da cattolico convinto, questo atteggiamento che vede un Italiano risparmiatore, ma non investitore, temo possa avere radici nella nostra cultura cristiana più atavica.
Il sacrificio di privarsi di qualcosa (RiSPARMIO) era visto come un giusto comportamento per il futuro di sé e della propria famiglia: una manifestazione di temperanza, una delle virtù cardinali.
Ma al contrario, l’utilizzo del proprio denaro per generare guadagni non derivanti dal lavoro e dalla fatica (INVESTIMENTO), era da ascrivere a quei comportamenti di bramosia e avidità tanto esecrati dalla cultura cattolica popolare. Qualcosa da rifuggire per evitare scomode tentazioni.
Ovviamente il mio è solo un pensiero tra il serio e il faceto, ma un po’ il dubbio mi rimane.
In termini oggettivi però, l’accumulare risparmi senza farli fruttare implica tecnicamente una perdita e non rivela buon senso.
E questo lo sapeva sicuramente anche l’evangelista Matteo che fa narrare a Gesù “la parabola de talenti” che parla sì di “investimenti”, ma soprattutto di buon senso.

Giovanni Cuniberti
Consulente finanziario fee only, Esperto di mercati e Docente a contratto dell'Università di Torino
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